L’uomo che si guardava le mani

Foto di Laura Pelliciari
 L’uomo era seduto su una panchina, giù al Molo centrale di Boston.
Era l’unico a starsene da solo a pensare ai fatti suoi, a parte me. Intorno un sacco di gente andava e veniva da tutte le parti. Uscivano a ondate dalla stazione della metro, entravano nei taxi, noleggiavano biciclette. Tanti erano in coda per entrare al New England Aquarium. Tre o quattro bambini si rincorrevano urlando, aggrappandosi di tanto in tanto ai pantaloni dei genitori. C’era anche un tale, vestito da vampiro, che invitava i passanti a fare il giro della città su una specie di tram addobbato per Halloween.
L’uomo sulla panchina non sentiva e non vedeva niente di tutto questo: si guardava le mani. Batteva un ritmo veloce col piede, mi sembrava nervoso. Quando si è voltato di scatto da un lato ho creduto che stesse per alzarsi ma è rimasto lì, a guardarsi le mani.
Ha preso il telefono dalla tasca della giacca, l’ha guardato un po’, l’ha rimesso via. È rimasto fermo una decina di minuti, poi si è battuto un pugno sulla coscia. Si è toccato il petto con la mano come se sentisse dolore, più o meno dove aveva messo il telefono.
È lì che ero sicuro: quello lì stava per decidere qualcosa di grosso. O almeno si sarebbe alzato e se ne sarebbe andato. Lo capivo da come guardava per traverso nel vuoto.
Ma è rimasto lì, a guardarsi le mani.
2 comments Add yours
  1. GRRRANDE ANDREA COGLI SEMPRE LE COSE PIù INSOLITE CHE AD ALTRI NON SAREBBERO BALZATE AGLI OCCHI MA SAREBBERO STATE DI SFONDO COME UNA SIEPE O UN LAMPIONE.
    ALLORA GLI USA NON TI STANNO CAMBIANDO PER ORA!!!!
    EDO

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