Lima: il piacere di passare inosservati

Lima

Lima è una città moderna, occidentale. O almeno è così che si presenta approdando nel quartiere Miraflores, dove vive Daniela. Per un paio di notti saremo ospiti suoi e di suo marito Pierre. Loro sono una famiglia multiculturale, per così dire: lei italiana, lui peruviano. Per casa girano due bambini biondi e quasi bilingue che forse ancora non si rendono conto della ricchezza culturale che si portano appresso.

Laura mi guida per le strade, sulle combi affollate di gente che va e viene dal lavoro. Vuole farmi vedere la città che già conosce, in cui ha già vissuto per quattro mesi due anni fa, durante il suo tirocinio universitario. Ma il motore della nostalgia è sempre stato un traditore: sul più bello perde i colpi e tu ti ritrovi cambiati i colori dei muri, le empanadas non hanno più il sapore di una volta, il libraio all’angolo ha chiuso per sempre la saracinesca. Ma io mi sento bene, anche se le città grandi proprio non le sopporto. E credo di sapere il perché di tale benessere: sui marciapiedi, tra i rumori del traffico che non è peggio di quello della circonvallazione milanese, mi mischio a una moltitudine di gente di tutti i colori e nessuno si cura di me. Questo, dopo molti mesi di esposizione agli sguardi di gente poco abituata allo straniero, per me significa potermi rilassare un poco, potermi guardare intorno e osservare indisturbato un mondo che si fa i fatti suoi: non un mondo che guarda me.
Siamo qui di passaggio, come dicevo. Questo è il punto, in poche parole: abbiamo sì deciso di andare in Nuova Zelanda, ma tra il dire e il fare… Tra l’America e l’Oceania, forse lo sapete già, c’è di mezzo il mare. E noi lo volevamo attraversare in barca a vela. Avevamo preso accordi con un certo Kris, belga, che in cambio di pochi soldi al giorno e del nostro lavoro ci avrebbe accolti a bordo del suo veliero. Tutto questo accadeva quando ci trovavamo a Machala, in Ecuador, e tutto ciò che dovevamo fare era raggiungere Kris alle Galapagos. Ma poi abbiamo scoperto che se vuoi andare in aereo alle Galapagos, fosse anche dal vicino Ecuador, devi comprare anche il biglietto di ritorno. Insomma, per farla breve, non ce lo potevamo permettere: con gli stessi soldi (quasi) un altro aereo ci avrebbe portati direttamente in Nuova Zelanda. Così è che con profonda delusione ci è toccato rinunciare all’impresa e comprare i biglietti per Aukland. Ma l’aereo, se costa così poco, è perché partirà alla fine di agosto, da Los Angeles. Quindi, già che c’è da aspettare, abbiamo pensato di andarcene da Talara e cercare un posto migliore: le Ande. Per questo siamo a Lima. Tra due giorni prenderemo un bus per Cusco. Poi si vedrà.
2 comments Add yours
  1. All'ultima domanda non so rispondere, alle altre sì. Eravamo a Lima quando abbiamo scritto questo post e andavamo a Cusco. A Lima ci ha ospitati gentilmente Daniela, una amica di amici.
    Ma tu? Chi sei?

    un abbraccio!

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