La bambola – racconto di Davide Re

La prima cosa che mi fece pensare con la sua apparizione fu che è proprio vero che la fortuna aiuta gli audaci. E io, potete giurarci, per quanto molto spesso me la faccia sotto, audace lo sono sempre stato. Doveva essere per questo che mentre il fumo acre del mio sigaro si stava ancora diradando…

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Mio cugino, mio cugino – racconto di Davide Re

Apparentemente era un pomeriggio qualunque. Forse uno sguardo più attento al calendario avrebbe svegliato istinti irrazionali ma rodati, messo in moto luoghi comuni e routine tradizionali e quindi, forse, lo avrebbe messo in guardia. E invece quel giorno mio cugino non si era accorto di nulla. Non sarebbe stato necessario conoscere né la Smorfia né…

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L’Alberto – racconto di Davide Re

L’autostrada dei Laghi, che una volta la purtàva i milanés in villeggiatura, la partìss da la metropoli e la pónta drìzz in direziùn dul Monte Rosa. ‘Ndi bèi giurnàa de ciél seren, adès, i pendolari póden vidée la só figùra bianca e negra, bèla granda in mèzz al parabrèzza rosa de l’uràri de turnàa a…

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Come si scrive un giallo (e non solo). I consigli di Patricia Highsmith

I migliori maestri sono quelli che non hanno nessuna pretesa di insegnare. Quelli che partono dalla consapevolezza che scrittori non si diventa per una trasmissione di nozioni e tecniche, ma grazie ad un percorso personale, per ciascuno diverso, fatto di talento, una montagna di letture e tanta pratica. E fallimenti. Non aspettatevi, leggendo questo libro…

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La curséta – racconto di Davide Re

Ascolta “La curséta – di Davide Re” su Spreaker. L’era la primavera dul véent. La gent che la parla temé nómm la gh’aveva giamò capì: un ànn bisestìl cunt ul nómm ch’al bufa al sarìa stà sfortunà. Infatti dul més de Febràr l’è sciupàda ona epidemia d’un brüt màl in giir per tucc’ ul mund,…

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Martedì

La prima volta che la vidi era un martedì di gennaio. Non era ancora spuntato il sole e pedalavo lungo il Naviglio della Martesana, alle sei e un quarto del mattino. Mi restavano da fare venti chilometri per arrivare al lavoro e tenevo alto il ritmo, il tachimetro digitale segnava 38 km/h. Vapore dalla bocca…

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Addio al celibe

Alle tre del pomeriggio i falegnami si sfilarono i guanti, gli impiegati spensero i computer, le sarte misero da parte stoffe e pellami. Giovanni Piccolo gettò sul banco il trapano elettrico e si asciugò le mani sudate sulla tuta. Guardò in alto, verso le vetrate degli uffici. Oltre la tenda scostata della direzione riconobbe la…

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Il viaggiatore

All’aeroporto La Aurora, dietro la transenna della sala d’attesa, Adelmo vide il suo nome scritto a penna rossa su un foglio di carta. A tenere in mano il cartello, all’altezza del petto, un uomo piccolo che sorrideva a tutti quelli che gli camminavano incontro, pronto ad afferrare qualunque bagaglio non appena stabilito chi fosse il…

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Lucia

  Lasciata Palm Beach a bordo di Kiwi, la nostra macchina nuova, riceviamo via SMS un invito per un caffè da parte di Lucia, una ragazza spagnola incontrata per caso una settimana prima, quando noi eravamo appena arrivati e lei stava visionando una stanza da prendere in affitto nella proprietà di Michelle. Sediamo tutti e…

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Viaggiare versus costruire

All’aeroporto di Fort Lauderdale, in Florida, la coda all’Immigrazione è un serpente lungo e lento. Abbiamo fatto solo il primo scalo e siamo più stanchi del dovuto. In fila con noi ci sono molti giamaicani, appena arrivati con un volo da Kingston, e anche molti colombiani, imbarcatisi insieme a noi a Bogotà. Ci sono anche…

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