Manifesto dei viaggiatori stanchi

In vista dell’imminente avventura euroasiatica, pur contrari ad inciuci e governissimi, benché almeno la metà di noi sia obiettivamente impresentabile (nel senso che ha bisogno di una doccia)…

In barba agli intransigenti e ai loro veti, memori della nostra storia passata, di cui è bene assumersi ogni responsabilità e da cui bisogna pur imparare, in data odierna ci siamo riuniti in seduta comune sul letto sfatto della roulotte e abbiamo approvato con voto unanime quanto segue.
  • Disprezziamo la scomodità in ogni sua forma.
  • Ogni giorno almeno un pasto caldo seduti a un tavolo. Basta panini e scatolette. Soprattutto, basta cucinare sui comodini ammuffiti delle pensioni a una stella.
  • Ogni notte un letto vero in una stanza dignitosa, dotata di doccia. Si scarteranno sistematicamente le prime due bettole in ordine di prezzo.
  • I taxi collettivi una soluzione affascinante? Nah!
  • Indigeni d’ogni dove, imbrogliateci pure! Mai più discussioni al mercato o sugli autobus per spuntare lo stesso prezzo dei locali. Sei bianco? Paga pegno e taci.
  • Se ci sono due strade possibili, memo: quella più tortuosa non ha assolutamente nulla da insegnare. Solo polvere e mal di schiena.
  • Quando l’ostacolo si fa insormontabile, noi molliamo la presa. Per avere un visto di un mese volete la lettera d’invito (ma di chi, che non conosco nessuno?), il voucher di viaggio (e che cazzo è?), cinquantaquattro foto tessera, la prenotazione di un hotel tra quelli nella vostra lista, il biglietto di uscita, il visto per il paese d’arrivo, una dichiarazione del mio datore di lavoro che dica che sono in vacanza, un’assicurazione sanitaria di quelle nella vostra lista, eccetera eccetera? Beh… Non ci meritate!
  • Sputeremo chiunque dovesse profferire la frase: “Io non sono un turista, sono un viaggiatore”. Sputeremo anche lo specchio, se necessario.
  • Placheremo il nostro disgusto per l’insegna “Backpackers”. Se non c’è alternativa a portata di mano, che sarà mai passare una notte in un ostello? In una camera da dodici, col cesso in comune, per un prezzo doppio rispetto a quello delle pensioni “locali”? Se non altro avremo Internet.
  • Prima viene l’obiettivo, poi le valutazioni economiche sulla fattibilità, quindi lo stanziamento dei fondi necessari. Abbiamo sempre fatto al contrario…
  • Il lavoro debilita la donna, e rende l’uomo di pessimo umore. Finiti i soldi, finito il viaggio.
    Firmato, Laura (Presidente della Carovana) e Andrea (Vice Facchino)
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