M49 – Una storia di orsi e persone, il podcast

Era il lockdown, quello buio. Quello in cui si sbarellava dietro alle videoconferenze, con le mani appiccicose di lievito madre e il televisore che gracchiava in sottofondo i dati del giorno. Mentre gli esseri umani erano chiusi dentro casa, gli animali selvatici rimettevano il naso fuori dai boschi, nel silenzio: “Che se ne siano andati, finalmente?” devono aver pensato.

Anche il mio televisore gracchiava e al telegiornale regionale (trentino) ricordo, in ordine sparso, di un orso bruno appeso al balcone di una casa, di un altro orso faccia a faccia con un dodicenne a passeggio (a cui non ha torto un capello), di un’orsa con i cuccioli che attraversa una strada provinciale. Con tutto quello che stava succedendo, mi è sembrato l’unico lato positivo.

È cresciuta in quei mesi la mia curiosità verso un tema che, ho poi capito, non è affatto pacifico e vede schierati fronti opposti: chi vede l’orso come un pericolo e chi come un patrimonio da salvare. In quello stesso periodo un orso in particolare era protagonista di ripetute fughe e catture da parte del Corpo Forestale trentino. Era colpevole di danni materiali alle malghe, agli apiari, al bestiame. Non ha mai cercato o aggredito esseri umani, anche quando li ha avuti a portata di zampa. Il suo nome è M49 e ha fatto parlare di sé per un po’, suo malgrado elevato a simbolo di uno scontro per poi essere quasi dimenticato.

Così, insieme e Gabriele Bertacchini, ho deciso di approfondire il tema. Andando oltre la cronaca, volevo capire il motivo di tanta divisione, di tanta paura intorno a questo animale. Il risultato di questo viaggio eccolo qui, un podcast in quattro puntate pubblicato da Il Post il 30 luglio 2021. Buon ascolto!

Ascolta “M49 – Una storia di orsi e persone” su Spreaker.

 

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