New Orleans!

Eccoci nella nostra stanza di New Orleans. Spifferi, cesso sbreccato, quadro appeso a testa in giù. Il letto è enorme, direi tre piazze visti i tre cuscini in fila. Il designer ha pensato al verde scuro quale colore dominante (tende, fodere delle sedie, moquette) e alle crepe come motivo principale (ce n’è sul soffitto, sulle…

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Naperville

Foto di Laura Pelliciari Ce ne stiamo qui, a Naperville. In questa casa americana dalle grandi finestre. Mi metto al tavolo a scrivere qualcosa; inizio ad esplorare la musica nuova che ho portato con me da Boston. Jazz e rock: queste sono solo due delle piacevoli conseguenze dell’aver conosciuto Michael. Per arrivare qui abbiamo viaggiato…

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Lucky Star: tre giorni a New York

A New York ci andiamo con la Lucky Star, una compagnia di autobus gestita da cinesi. Ci lasciano giù in piena Chinatown e lì ritorniamo due giorni dopo per il rientro. Sedici dollari a testa andata e ritorno. L’affarone l’ha trovato Laura su Internet, in una delle sue lunghe ricerche fatte con un unica linea…

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L’uomo che si guardava le mani

Foto di Laura Pelliciari  L’uomo era seduto su una panchina, giù al Molo centrale di Boston. Era l’unico a starsene da solo a pensare ai fatti suoi, a parte me. Intorno un sacco di gente andava e veniva da tutte le parti. Uscivano a ondate dalla stazione della metro, entravano nei taxi, noleggiavano biciclette. Tanti…

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Meats: imparare l’inglese a Little Italy

Un negozio come gli altri: la porta, la vetrina, il bancone. L’insegna di lettere adesive rosse su fondo bianco dice MEATS. Dentro ci sono due uomini, hanno facce familiari. Uno dei due raccoglie ciò che esce dal tritacarne in fogli di carta bianca. L’altro ha i baffi. Fa i conti con una calcolatrice. File chilometriche…

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Il jet lag e l’alba: un nuovo punto di vista sul mondo

Sono a Boston da 4 giorni. Siamo sei ore indietro qui. Al mattino mi sveglio prima dell’alba, quand’è ancora buio. Michael, il padrone di casa, si sveglia ancor prima di me e se tendo bene l’orecchio riesco a sentirlo suonare nella sua stanza qualche accordo alterato alla chitarra. Il mattino non mi è mai piaciuto….

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Uno dice: parto.

  Uno dice: parto. E allora se l’è andata a cercare: le facce dubbiose o ammirate, le infinite domande sul dove il quando e il perché, le frasi di circostanza, tutto. La cosa, nel mio caso, va più o meno così: – Parto, sai. A ottobre. Sto via un po’. – Un po’ quanto? –…

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